Come funziona

logo-2Fino alla XXIX edizione (2011) all’arrivo dei plichi, i gruppi di poesie erano controllati dalla Segreteria per stabilire se sono in regola, assemblati e numerati (sia la busta che le otto copie) con un numero progressivo. I singoli gruppi erano registrati solo con accanto il motto e distribuiti ai sette giurati; l’altra copia resta agli atti.

I componenti la Giuria, dopo la lettura di tutte le composizioni comunicavano, singolarmente, alla segreteria i numeri di registrazione delle due poesie inedite richieste (25 per l’italiano e 10 per il dialetto). Tali numeri progressivi di registrazione non erano ovviamente noti ai singoli concorrenti.

A quel punto la segreteria, con i conteggi dei voti espressi dai componenti la Giuria, formava una prima “rosa” che trasmette ai giurati, i quali rivedono tutte le composizioni che avevano riportato almeno due voti, portando poi – in settembre alla riunione finale di giuria – 10 gruppi di poesie per l’Italiano e 5 per il dialetto (sempre indicati con i rispettivi numeri di registrazione).

Durante la riunione della giuria, le poesie rimaste in gara erano rilette, vagliate e scelte con varie votazioni. Scaturivano così le poesie finaliste, e fra queste quella vincitrice per ciascuna sezione. Si passava infine all’apertura delle buste corrispondenti, scoprendone l’autore solo in questa fase, cioè a giudizio formulato.

La formula era trasparente, voluta fin dalla prima edizione, nel 1981, dall’allora presidente Piero Chiara e mai modificata per 29 anni.

Con la XXX edizione è cambiato tutto: vista l’impossibilità oggettiva nell’era di Internet di distinguere tra testi editi e inediti, preso atto di un continuo proliferare di scritti che però solo in parte contribuivano ad alzare la qualità del premio, il presidente della Giuria Franco Buffoni ha proposto una revisione radicale del bando: restano le due sezioni per autori in lingua italiana e dialetto della Lombardia o di area linguistica lombarda (inclusa la sponda piemontese del Lago Maggiore), ma viene eliminata la formula della partecipazione anonima e  almeno per quanto riguarda l’italiano il Premio è riservato a opere edite. Alla sezione italiano si partecipa inviando quattro copie di un libro di poesie edito nel biennio precedente la chiusura del bando, per la sezione dialetto l’intervallo di tempo è allungato all’ultimo lustro e sono ammesse anche silloge inedite composte da almeno 30 poesie. In questo modo si punta ad alzare la qualità dei partecipanti, approfittando della selezione già operata dalle case editrici. I libri devono essere inviati in quattro copie ai tre membri della Giuria tecnica e alla segreteria del premio: la Giuria tecnica coadiuvata dal presidente della Famiglia Legnanese, dal sindaco di Legnano o da un suo delegato, da un membro della Famiglia Tirinnanzi e dal segretario del Premio provvede poi a selezionare tre finalisti per l’italiano e il vincitore del dialetto.

Durante la cerimonia di premiazione, i tre finalisti per l’italiano leggono una loro opera e sono intervistati da un membro della Giuria tecnica. A decretare il vincitore è la Giuria popolare che ha così modo di farsi un’idea sia dell’opera che dell’autore, e che esprime il proprio giudizio su cartoline distribuite nei giorni precedenti la cerimonia e direttamente in sala. Il conteggio dei voti avviene in diretta alla presenza di un notaio, il finalista che ha ottenuto il maggior numero di voti è nominato vincitore della sezione italiano.

Questo meccanismo ha permesso di snellire notevolmente la macchina organizzativa, a tutto vantaggio dei premi che ora sono tra i più consistenti in ambito nazionale.

Il Nuovo Premio Tirinnanzi ha poi istituzionalizzato il Premio alla Carriera che con il vecchio bando era stato assegnato prima al poeta Luciano Erba e poi al poeta Franco Loi. La Giuria tecnica coadiuvata dal presidente della Famiglia Legnanese, dal sindaco di Legnano o da un suo delegato, da un membro della Famiglia Tirinnanzi e dal segretario del Premio sceglie il vincitore tra i poeti di chiara fama che si siano particolarmente distinti nella propria ricerca linguistica, tematica e nell’impegno civile. Il Premio alla Carriera della Fondazione Tirinnanzi è di 5.000 euro.